Traduzione a cura di Maria Consiglia Di Fonzo
I primi 7 Principi
Principio n. 1
Le riserve di bilancio sono accantonate a due soli scopi: il saldo dei pagamenti e (dove necessario) il rispetto dei parametri di riserva obbligatoria. Le riserve in bilancio non “finanziano” i prestiti o, in altro modo, contribuiscono alla creazione di outside money.
Principio n. 2
In qualità di fornitrici in regime di monopolio dei quantitativi aggregati di riserve bancarie le banche centrali hanno il fondamentale obbligo legale di sostenere il regolare funzionamento del sistema dei pagamenti nazionali.
Principio n. 3
La teoria del moltiplicatore della moneta in base al quale la Banca Centrale si impegna a fissare direttamente [l’ammontare delle] riserve bancarie o [della] base monetaria non è sostenibile in pratica. L’unico target diretto possibile è il tasso d’interesse.
Principio n. 4
Le banche centrali soddisfano la domanda di riserve – da parte delle banche – al tasso d’interesse target, così come – nel corso del processo di compensazione – i cambiamenti dei loro bilanci che non sarebbero altrimenti coerenti con tale aggiustamento.
Principio n. 5
I requisiti di riserva sono relativi ai tassi d’interesse target e non al controllo degli aggregati monetari.
Principio n. 6
La potenziale dimensione delle deviazioni del tasso overnight rispetto al tasso fissato dalla Banca Centrale è determinata dall’ampiezza dello spread o corridoio tra l’interesse pagato sulle riserve e il tasso di penalizzazione imposto per aver preso in prestito dalla Banca Centrale.
Principio n. 7
Non c’è un “effetto liquidità” associato alle variazioni del target operativo della Banca Centrale.