Daniele Basciu, responsabile scientifico di Rete MMT, è stato intervistato dal sito L’Indro sul tema delle monete virtuali insieme ad altre voci, tra cui Antonino Galloni. L’articolo, dal titolo “Monete virtuali, queste sconosciute”, raccoglie diverse opinioni sul ruolo della moneta e sul Bitcoin.
Nell’articolo, Daniele Basciu espone le caratteristiche della moneta moderna, che è importante distinguere dalle monete virtuali.
« La crisi finanziaria del 2008 e le politiche di austerità attuate in Eurozona hanno costituito il contesto in reazione al quale si è manifestata un’ovvia e diffusa esigenza di “avere più soldi disponibili” da parte della collettività. Questa esigenza spesso porta a vedere nelle cd. monete complementari e, più recentemente, nelle monete virtuali (es. Bitcoin) un potenziale strumento per risolvere la crisi.
Ma esistono tra le “monete virtuali” e la valuta emessa dal settore pubblico, monopolista della valuta, alcune profonde differenze di base: la principale è che la valuta è l’unica entità che estingue l’obbligo fiscale imposto dal monopolista sulla collettività. La prima conseguenza? I disoccupati cercano (e cercheranno) un lavoro retribuito in valuta, non in moneta virtuale.
Le monete virtuali non sembrano, per ora, in procinto di sostituire il sistema monetario che conosciamo. Per lo meno, non fino a quando di questo sistema esisteranno gli elementi costitutivi, il primo dei quali è lo Stato monopolista della forza fisica su un determinato territorio. »
…nonché, non bisogna sottovalutare l’ipotesi, che le valute come il bitcoin, diventino in futuro una specie di trans-stato, senza confini, per lo scambio di alcuni beni e servizi non reperibili sul territorio nazionale.
Il bitcoin però funziona, proprio perché esistono altre valute FIAT che vengono prese come riferimento. E infatti il bitcoin è valutato sempre nei confronti di valute che hanno valore grazie all’imposizione fiscale. E mi viene il dubbio che qualcuno abbia spinto per dare valore al bitcoin, perché non è che tutti si possano permettere di fare una cosa del genere.
Saranno dunque forse un giorno gli Stati, ad accettare il bitcoin come valuta “alternativa”?
Se sì, allora quello sarà il momento in cui ci sarà la nascita di un nuovo potere politico economico (ma in parte già lo è).