L’utilizzo dei voucher nei primi dieci mesi del 2016 registra un +32% rispetto ai numeri dei primi dieci mesi del 2015. I dati sono facilmente interpretabili come espressione di un prevedibile e previsto (ab)uso dei voucher finalizzato all’impiego in forme di occupazione non “occasionali” (cui i voucher teoricamente erano destinati), ma di natura più o meno costanti, e prive dei diritti e delle tutele proprie delle forme contrattuali normali.
L’interpretazione del Ministero del Lavoro è che questo potrebbe essere un “cattivo uso” dello strumento; un’altra interpretazione possibile, meno fintamente ingenua, è quella secondo cui i voucher stanno venendo utilizzati esattamente per le finalità cui erano realmente destinati all’atto della loro introduzione: legalizzare il lavoro “a chiamata”.