Il Rapporto Istat del 3 Novembre 2016 sulle dinamiche occupazionali mette in luce diverse criticità riguardanti il mercato del lavoro italiano, prima fra tutte l’inasprimento del fenomeno della disoccupazione.
A settembre il tasso di disoccupazione è salito all’11,7%, registrando un incremento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente. Su base annua i disoccupati aumentano del +3,4% (+98 mila), portando il numero delle persone che cercano lavoro sopra i tre milioni. In particolare, è il genere femminile a risentire maggiormente della mancanza di lavoro con un aumento di +0,6 punti del tasso di disoccupazione rispetto ai valori di settembre 2015. Sempre in confronto all’ultimo anno, è la fascia d’età che va dai 25 ai 34 anni a riportare il maggior incremento nel tasso di disoccupazione con un +2,0 punti. La quota di giovani disoccupati raggiunge così la spaventosa cifra del 37,1%.
Nello stesso rapporto si legge che il tasso di occupazione è in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente [1]. Su base annua il numero di occupati è cresciuto del +1,2% rispetto ai valori registrati nel settembre 2015. L’incremento del numero degli occupati va però considerato con cautela. Stando all’Osservatorio sul Precariato dell’INPS, l’aumento degli occupati può infatti essere conseguenza dell’abuso nell’utilizzo di voucher [2] (+35,9% nel periodo gennaio-agosto 2016 rispetto allo stesso arco di tempo del 2015) così come dell’aumento del lavoro sottoccupato part-time [3]. Inoltre, quando si parla di statistiche inerenti all’occupazione nel mercato del lavoro, è sempre utile tenere a mente che l’Istat, in coerenza con quanto definito dall’Organizzazione internazionale del lavoro, ritiene occupato colui che ha svolto almeno un ora di lavoro retribuita in qualsiasi attività nella settimana di riferimento dell’indagine. Per un quadro più generale, nello stesso report si legge che nel periodo gennaio-agosto 2016 le assunzioni complessive sono risultate dell’8,5% inferiori rispetto al corrispondente periodo del 2015, in particolar modo sono crollate le assunzioni riguardanti i contratti a tempo indeterminato (-32,9% rispetto ai primi otto mesi del 2015).
Inoltre, come si evince dal seguente grafico [4], il tasso di disoccupazione dei giorni nostri rimane ben al di sopra del livello pre-crisi.
Ecco qui il più grande fallimento delle politiche di austerità e della teoria economica sottostante: la riduzione del senso del mondo a pura cifra e calcolo, dimenticando che dietro questi numeri si cela un espressione di disagio e sofferenza sociale in continuo aumento.
Note
1.^ La compresenza di un aumento dei disoccupati ed un aumento degli occupati è spiegata dalla diminuzione del tasso di inattività.
2.^ Tali buoni lavoro sono stati definiti dal presidente dell’INPS “la nuova frontiera del precariato” il cui incremento nell’uso “può significare problemi futuri”.
3.^ Per lavoro sottoccupato part-time si intende l’attività di coloro che hanno dichiarato di aver lavorato meno ore di quello che avrebbero voluto e potuto fare. Si è quindi in presenza di un sottoutilizzo delle potenzialità produttive dei lavoratori.
4.^ Fonte: http://it.tradingeconomics.com/italy/unemployment-rate