La testata di Confindustria, per anni, ha abbracciato con decisione una linea editoriale pro “riforme strutturali” e pro-austerity, in stretta sintonia con le indicazioni provenienti dalla confederazione degli industriali.
Pur portatore di questa linea di rigore, il gruppo ha accumulato nel proprio esercizio, dal 2008 ad oggi, circa 300 milioni di perdite, e si trova oggi di fronte ad una sorta di potenziale “pena di contrappasso”: se le ricette economiche propugnate per anni dal “Sole” e riferite agli Stati fossero valide, questo sarebbe il momento, per il quotidiano, di tentare di affrontare il problema della carenza di lettori riducendo gli sprechi di redazione ed aumentando le proprie edizioni pubblicate, ovvero applicando “politiche dell’offerta“. Ma non funzionerebbe, nonostante il Sole abbia, per anni, sostenuto il contrario.