La scorsa settimana abbiamo sollevato la seguente questione: quando una valuta non può essere scambiata con un metallo prezioso, se le leggi che ne istituiscono il corso legale non sono [condizione] necessaria né sufficiente ad assicurarne l’accettazione, e se la “promessa di pagamento” dello Stato – in realtà – non è nulla di più che quella di scambiare una banconota da 5 Dollari con un’altra da 5 Dollari, allora perché qualcuno dovrebbe voler accettare la valuta di uno Stato? Questa settimana analizziamo la risposta della MMT.
Le tasse guidano la Moneta. Uno dei poteri più importanti rivendicati da uno Stato sovrano è l’autorità di imporre e riscuotere tasse (ed altri pagamenti effettuati in suo favore, tra cui tariffe e sanzioni). Gli obblighi fiscali sono imposti nella Moneta di conto nazionale – Dollari in USA, Canada e Australia, Yen in Giappone, Yuan in Cina e Pesos in Messico.
Inoltre, uno Stato sovrano determina anche il mezzo di pagamento necessario ad adempiere l’obbligo fiscale. In tutti i Paesi moderni, lo Stato accetta – [come mezzo di] pagamento delle tasse – la propria valuta.
Nei prossimi blog esamineremo in maggior dettaglio proprio in che modo sono effettuati i pagamenti in favore dello Stato. Anche se – per pagare le tasse – sembra che i contribuenti usino principalmente assegni tratti su banche private, in realtà – quando lo Stato riceve questi assegni – esso addebita le riserve delle banche private. Di fatto, le banche private intermediano tra i contribuenti e lo Stato, effettuando pagamenti in valuta (tecnicamente: riserve, che sono un ITD [1] della Banca Centrale nazionale) per conto dei contribuenti. Una volta che le banche hanno effettuato questi pagamenti, il contribuente ha adempiuto il suo obbligo, quindi la passività fiscale viene eliminata.
Ora siamo in grado di rispondere alla domanda posta in precedenza: perché tutti accettano la valuta “fiat” dello Stato? Perché la valuta dello Stato è il principale mezzo (e solitamente l’unico) che lo Stato accetta per il pagamento delle tasse. Per evitare le penali imposte a causa del mancato pagamento delle tasse (che potrebbero includere la prigione), il contribuente ha bisogno di procurarsi la valuta dello Stato.
È vero, ovviamente, che la valuta dello Stato può essere usata (anche) per altri scopi: le monetine si possono usare per fare acquisti ai distributori automatici; i debiti privati possono essere saldati attraverso banconote dello Stato; e la Moneta dello Stato può essere accumulata nei salvadanai per le spese future. Tuttavia, questi altri impieghi della valuta sono tutti sussidiarie derivano dalla disponibilità dello Stato ad accettare la propria valuta per il pagamento delle tasse.
C’è domanda per la valuta dello Stato perché chiunque debba adempiere obblighi fiscali può utilizzarla per eliminare questo tipo di passività, e per questo può usarla negli acquisti o nel pagamento di debiti privati. Per lo Stato non è facile obbligare altri ad utilizzare la sua valuta nei pagamenti privati, o ad accumularla nei salvadanai, ma può forzare l’uso di valuta per onorare gli obblighi fiscali che esso stesso impone.
È per questo motivo che per assicurare l’accettazione della valuta dello Stato non sono necessarie né riserve di metalli preziosi (o valute estere) né leggi che ne istituiscono il corso legale. Tutto ciò che è necessario è l’imposizione di obblighi fiscali da pagare con la valuta dello Stato.
Cosa promette lo Stato? Cosa ti deve un ITD dello Stato? La “promessa di pagamento” incisa sulle Sterline inglesi è superflua e – in realtà – alquanto fuorviante. Sulle banconote dovrebbe esserci scritto “prometto di accettare questa banconota come mezzo di pagamento delle tasse”. Sappiamo che il Tesoro del Regno Unito non pagherà davvero nulla (a parte un’altra banconota) quando gli verrà presentata la banconota da cinque Sterline. Tuttavia esso accetterà e dovrà accettare la banconota per il pagamento delle tasse. Se si rifiuta di accettare i suoi stessi ITD nel pagamento, allora sta facendo default in quel ITD. Cos’è che disse il Presidente Bush?
C’è un vecchio detto in Tennessee – so che è in Texas, probabilmente in Tennessee – che dice: Prenditi gioco di me una volta e sei tu a doverti vergognare. Prenditi gioco di me di nuovo e sono io a doverlo fare.
Perdonatelo, perché probabilmente ha ascoltato un po’ troppo Roger Daltrey nei suoi giorni di baldoria [2]. Ciò che voleva dire è che uno Stato sovrano può prendersi gioco dei cittadini una volta – vergogna al Governo – ma non può farlo di nuovo (questo, ragazzi, è ciò che portò alla creazione della Banca d’Inghilterra! Una storia per un altro giorno).
È davvero così che la valuta dello Stato viene riscattata – non con oro, ma nei pagamenti fatti in favore dello Stato. Ci addentreremo nella contabilità fiscale più avanti. Per i nostri scopi, al momento, è sufficiente capire che gli obblighi fiscali nei confronti dello Stato sono adempiuti mediante la presentazione degli ITD dello Stato all’esattore fiscale.
Conclusione. Ne possiamo concludere che le tasse guidano la Moneta. Prima lo Stato crea una Moneta di conto (il Dollaro, il Tenge), poi impone obblighi fiscali nella Moneta di conto nazionale. In tutti i Paesi moderni questo è sufficiente ad assicurare che molti debiti, asset e prezzi (la maggior parte di essi, per la verità) saranno anch’essi denominati nella Moneta di conto nazionale.
(Si noti l’asimmetria concessa ad un sovrano: egli ti impone una passività così che tu accetterai i suoi ITD. È un bel trucco – e lo puoi fare anche tu, se sei il re del tuo piccolo castello)
Lo Stato è quindi in grado di emettere una valuta, denominata nella stessa Moneta di conto, fintanto che accetta quella valuta come mezzo di pagamento delle tasse. Non è necessario “garantire” la valuta con metallo prezioso, né è necessario far rispettare leggi che ne istituiscano il corso legale esigendone l’accettazione [generale], a livello nazionale. Ad esempio, anziché scrivere la frase “questa banconota ha corso legale per tutti i debiti, pubblici e privati”, per assicurarne l’accettazione generale – in Patria e perfino all’estero – tutto ciò che lo Stato sovrano deve promettere è “questa banconota verrà accettata per il pagamento delle tasse”.
Ok, abbiamo bisogno di un po’ di suspense. Ecco un paio di domande su cui meditare per la prossima volta [3]:
- Tutto ciò funziona solo con le tasse? Potrebbero funzionare altri pagamenti obbligatori? Tipo?
- Che succede se voi, personalmente, non avete tasse da pagare? Perché accettereste la valuta dello Stato?
Note del Traduttore
1.^ ITD: Io Ti Devo
2.^ Bush infatti riportò erroneamente il detto “Fool me once, shame on you. Fool me twice, shame on me”, confondendone parte con un verso del testo della canzone “Won’t Get Fooled Again” degli “The Who” – di cui Roger Daltrey è fondatore e cantante
3.^ Riadattamento del traduttore
Originale pubblicato il 24 luglio 2011
Traduzione a cura di Andrea Sorrentino, Supervisione di Maria Consiglia Di Fonzo