L'Editoriale

Una società da curare

Se un extraterrestre sano di mente sbarcasse oggi sulla Terra gli riuscirebbe difficile capire il perché dell’esistenza dell’ice bucket challenge. Cosa vedrebbe?

Il problema: una malattia degenerativa, la SLA.

La soluzione: medici e biologi che si impegnano per anni in ospedali, laboratori, centri di ricerca, nella ricerca di una cura per questa malattia.

Bene, per pubblicizzare il fatto che ciò necessita di fondi (www.aisla.it), decine e centinaia di persone in tutto il mondo che si gettano delle secchiate d’acqua ghiacciata in testa, e “nominano” altre persone perché facciano lo stesso. Qual è il nesso tra le secchiate d’acqua ghiacciata e la ricerca contro la SLA? Nessuno. Non esiste alcun nesso tra le secchiate e i medici, le strutture, il lavoro che serve per trovare cure per la SLA. Niente. Si tratta di un qualcosa che è totalmente folle, priva di senso.

Per curare questa malattia occorre che delle persone vengano pagate con dei soldi, perché trascorrano la propria vita lavorativa, di ricerca e studio, alla ricerca dei migliori rimedi possibili, in strutture adeguatamente attrezzate. Perché questo avvenga è sufficiente che il monopolista della valuta cambi dei numeri nei fogli di calcolo della banca centrale, e da qui nei fogli di calcolo delle banche dove medici, biologi, etc, tengono i propri conti corrente. Dovrebbe inputare dei numeri, aggiungere degli zeri in questi conti, e medici, biologi, etc etc, in cambio lavorerebbero. Imprese di costruzione costruirebbero strutture e laboratori, che potrebbero essere dotate di attrezzature, reagenti, etc. Tutto qui.

Se il monopolista decidesse di voler “riavere indietro i soldi”, potrebbe optare per un prestito a lungo termine (diciamo di 1000 o 2000 anni come scadenza) destinato alle strutture dedicate alla ricerca contro la SLA. E dovrebbe aggiungere una riga nel proprio foglio contabile, scrivere la causale e mettere a fianco il numero, i “soldi che presta”. La BCE dovrebbe fare più o meno così:

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E così si potrebbe fare davvero il massimo per curare la SLA, avere i migliori risultati possibili. Si arriverebbe a trovare una cura, e i prestiti sarebbero ripagati nel lungo periodo, quello in cui noi e i nostri discendenti per generazioni “saremo tutti morti”.

Tutto questo è tecnicamente possibile, la MEMMT lo ha spiegato abbondantemente, e si potrebbe fare domattina se non fosse impedito dalla psicosi di massa di una collettività che cataloga come “normale” cambiare i numeri sui pc delle banche centrali per fare il Quantitative Easing, e non ritiene giusto fare lo stesso (cambiare numeri sui pc) per finanziare la ricerca della cura di malattie come la SLA.

E in Italia un governicchio che gioca alle secchiate, anche lui. La realtà grottesca di un presidente del consiglio che si comporta come un fumetto, e di un fumetto (www.zerocalcare.it) che gli spiega cosa dovrebbe fare, che è la cosa più semplice del mondo.

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